Roma, 25 gennaio 2013 – Una delle più grandi speculazioni edilizie nel centro della Capitale, fermata da cittadini, giovani precarie e precari, famiglie e associazioni del quartiere San Giovanni . Oltre ottanta persone coinvolte attivamente fino ad oggi nell’autoproduzione, il volontariato, l’autogestione. Uno spazio di proprietà del demanio, svenduto a una società di comodo e abbandonato per molti anni, in via Nola 5, che torna a vivere e diventa SUP (Sport e cultura popolare), cioè una palestra e un’accademia di capoeira, ma anche un’osteria, una biblioteca, una scuola popolare, corsi di lingua, uno spazio bimbi, uno sportello di consulto psicologico, una web radio.
L’incontro con il Laboratorio Urbano Reset (Riconversione per un’Economia Solidale, Ecologica e Territoriale) – promosso da Ass. A Sud, Ass. La Strada, Ass. Nuova Bauhaus, Ass. Reorient, Ass. Solidarius, Energetica soc. coop., FairWatch, Occhio del Riciclone, TERRE coop., Laboratorio Itinerante della decrescita e nato dallo sgombero della Città dell’Altra Economia all’ex mattatoio, trasformata da cantiere di alternative a supermercato della green economy – nel dicembre scorso, porta in questo spazio l’altra economia solidale e popolare. Nasce così, nel dicembre scorso, EcoSolPop, un’esperienza di mercato-non mercato mensile ecologico, solidale e popolare che coinvolge oltre sessanta artigiani e produttori, oltre 15 organizzazioni e cooperative, promuove il riuso, il riciclo, lo scambio.
Ma l’altra economia, quando è vera, alternativa, soggettività economica, concreta opportunità di reddito per tante e tanti, dà più fastidio dell’abbandono e del degrado. E così stamattina parte lo sgombero che come Laboratorio Reset e organizzazioni promotrici condanniamo come atto sconsiderato e violento di un’amministrazione che continua a colpire le esperienze migliori di autogestione e autoproduzione non asservite ai potentati politici ed economici della città.
Chiamiamo la città a esprimere la sua solidarietà e contrarietà a quest’atto violento e arrogante invitando tutte e tutti alla conferenza stampa che si terrà alle ore 12 a SCUP in Via Nola 5 ( Zona San Giovanni).
Chiamiamo la politica cittadina, impegnata a promettere cambiamenti e novità in vista delle prossime elezioni, a dimostrare la propria volontà di cambiamento in concreto, a partire dalla difesa di un’esperienza come questa di economia e cultura popolare in città, tanto emblematica del cambiamento di passo e di stile di cui la città ha bisogno.
Come Laboratorio Reset ribadiamo il nostro impegno a difendere questa esperienza di altra economia a Roma, confermando l’appuntamento con EcoSolPop, il mercato-non mercato che doveva tenersi a Scup domenica 3 febbraio. Troveremo insieme spazi e forme per continuare a condividere con la comunità urbana l’esperienza di un’altra economia, allo stesso tempo ecologica, solidale e popolare.
Il Laboratorio Urbano Reset è promosso da Ass. A Sud, Ass. La Strada, Ass. Nuova Bauhaus, Ass. Reorient, Ass. Solidarius, Energetica soc. coop., FairWatch, Occhio del Riciclone, TERRE coop., Laboratorio Itinerante della decrescita
Per info: http://laburbreset.wordpress.com/
“i casi in cui si rende necessario il reset sono quelli di blocco o malfunzionamento del sistema”
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SGOMBERO SCUP, MEDICI: ECC0 CAMPAGNA ELETTORALE: FORZA MUSCOLARE CONTRO
CHI RESTITUISCE PATRIMONIO PUBBLICO ALLA CITTA’
“Sgomberi e truppe anti-sommossa, la campagna
elettorale a Roma è cominciata sul serio: e nel mirino ci sono le realtà
autogestite, quelle esperienze che rianimano quartieri deprivati e
abbandonati, offrendo cultura, sport, socialità; complimenti al questore e
ai suoi mandanti”. Lo afferma in una nota Sandro Medici, presidente del X
Municipio, alla notizia dello sgombero del centro sociale autogestito Scup,
avvenuto stamattina in Via Nola. “Scup è l’acronimo di ‘Sport e cultura
popolare’ – si legge nella nota – Nella scorsa primavera il centro
autogestito si era installato in un piccolo edificio alle spalle di Santa
Croce in Gerusalemme, dove nel passato c’erano gli uffici della
Motorizzazione. E in breve tempo era diventato un luogo frequentatissimo
dagli abitanti della zona. Grazie soprattutto alle molteplici attività
avviate: una palestra, una biblioteca, una spazio bambini, una web-radio,
un punto-ristoro, un mercato popolare, un luogo insomma di aggregazione
sociale e produzione culturale”. “Dovrebbero ringraziare gli occupanti per
aver fatto rifiorire uno stabile vuoto e abbandonato da anni, e per aver
promosso iniziative e servizi – continua Medici – e invece li cacciano e li
criminalizzano come fossero dei facinorosi. Tutto ciò – prosegue –
all’insegna della privatizzazione del patrimonio pubblico, che in tal modo
viene sottratto ai legittimi proprietari, che siamo tutti noi, per
consegnarlo nelle mani di affaristi e speculatori”. “Se non si vuole
trasformare Roma in un campo di battaglia – conclude Medici – inviterei le
varie autorità ad astenersi da atteggiamenti muscolari e a restituire quel
luogo alla sua legittima destinazione, che è e deve restare pubblica e al
servizio dei cittadini e delle cittadine”.
per info comitato civico medicixroma http://www.sandromedici.it