“Su queste strade se vorrai tornare/ ai nostri posti ci ritroverai/ morti e vivi collo stesso impegno/ popolo serrato intorno al monumento/ che si chiama/ ora e sempre/ RESISTENZA”
In seguito al secondo turno elettorale, tenutosi ieri 7 luglio, si può affermare con certezza che i cittadini e le cittadine francesi abbiano ben interiorizzato l’insegnamento del padre costituente italiano, Piero Calamandrei, il quale nel 1952 scrisse l’epigrafe antifascista, sopra citata nella sua parte più celebre.
Il Nuovo Fronte Popolare, il fronte comune formato dai partiti di sinistra appena dopo le elezioni europee di maggio, ha fatto barricata per fronteggiare il Rassemblement National, partito guidato da Marie Le Pen e Jordan Bardella, messo all’angolo e arrivato terzo in queste elezioni. Alla possibile affermazione del RN, la Francia non ha risposto con l’immobilismo, piuttosto con la mobilitazione generale e capillare, “casa per casa, strada per strada”. Il NFP, conquistati 182 seggi, sarà al timone dell’Assemblea Nazionale. La forza politica ha saputo chiedere alla popolazione “Cosa siete disposti a fare per respingere l’estrema destra?”, la risposta è stata una vittoria storica della gauche. Non solo conti elettorali, dunque, ma un movimento costruito su responsabilità condivise collettivamente.
I sostenitori della coalizione di sinistra NFP, riunitisi nelle piazze francesi, hanno atteso insieme le prime proiezioni elettorali, rese note dalla televisione pubblica alle ore 20:00 circa. Dopo il “trois-deux-un”, i maxischermi si sono tinti di rosso, il colore dell’emiciclo rappresentante i seggi ottenuti dal Nuovo Fronte Popolare. La folla è esplosa in un grido di gioia mista a sollievo, i video del momento hanno fatto il giro del mondo in pochi minuti tramite i social network. Le persone hanno intonato il coro “Siamo tutti antifascisti”, rigorosamente in italiano, e a seguire “Tout le monde déteste les fachos”.
La giornalista Arianna Poletti commenta il risultato elettorale su X (ex Twitter): “In Italia la chiamiamo sinistra radicale, in Francia coscienza civile e politicizzazione della società. La sinistra ha vinto facendo la sinistra.”. Tale analisi appare assolutamente lucida se si considerano i punti programmatici portati avanti dal Nuovo Fronte Popolare nella campagna elettorale, fondata sulla rottura sia con l’estrema destra sia con le politiche portate avanti negli ultimi anni dal premier centrista Emmanuel Macron; il primo punto del programma elettorale del NFP è proprio basato sulla necessità di dare risposta alle urgenze sociali, riguardanti i prezzi dei beni di prima necessità e il livello dei salari, nonché alle forti criticità nate dalla riforma delle pensioni voluta da Macron. Alla difesa dei diritti dei lavoratori e del diritto alla casa si uniscono i temi dell’antirazzismo, dell’antisemitismo e del contrasto all’islamofobia. Nel programma non mancano le risposte alle questioni internazionali, come la guerra in Ucraina e il genocidio a Gaza, e il Nuovo Fronte Popolare si erge a baluardo della tutela dei diritti della comunità lgbtqia+, delle donne, della salvaguardia dell’ambiente attraverso misure di contrasto alla crisi climatica e dell’abolizione dei privilegi dei miliardari.
La moderazione della coalizione Ensemble di Macron viene sorpassata dalla sinistra che rifiuta fortemente la narrazione liberale del contrasto agli opposti estremi (utile solo alla preservazione dello status quo). Una sinistra evidentemente molto diversa da quella inglese del partito laburista di Starmer. Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, ieri sera ha affermato che tutti i pronostici sono stati ribaltati dal fervore dell’impegno, della fedeltà e della lealtà di donne e uomini che si sono organizzati in tutto il Paese affinché attraverso il voto prevalesse l’antifascismo della Repubblica francese.
Una considerazione generale: la percentuale dell’affluenza si attesta attorno al 67%, un dato che restituisce l’importanza, il valore e il significato della partecipazione al voto per la popolazione francese tutta.
Tuttavia, vincere le elezioni legislative non è sufficiente, la vera vittoria si otterrà quando si risponderà ai bisogni delle persone e delle comunità. Di fatto, è ciò che la sinistra dovrebbe fare per esser tale.
Quanto all’Italia, le forze politiche di centro-sinistra stanno pensando a un’unione che possa fungere da argine alla destra targata FdI-FI-Lega. La sfida starà nel mobilitare le persone che infoltiscono le fila dell’astensionismo, nel tornare a fare politica dal basso ascoltando le necessità di cittadini e cittadine.
A Cava de’ Tirreni, città in cui Radio Vostok ha sede, c’è bisogno di far rinascere la volontà di partecipazione. La campagna tematica riguardante il contrasto all’autonomia differenziata allo stato attuale sembra essere il banco di prova di questo tentativo di “stare insieme”.