Dopo che il giudice dell’udienza preliminare aveva rinviato a giudizio 47 persone e dieci società, fra le quali l’Eni, nell’ambito dell’inchiesta del 2016 sulle estrazioni di petrolio in Basilicata, fra gli imputati del processo restano, tra l’altro, due ex responsabili del distretto meridionale dell’Eni (Ruggero Gheller ed Enrico Trovato), ed altri dipendenti della compagnia petrolifera. Sono rinviati a giudizio anche due ex direttori generali dell’ARPAB (Agenzia per l’Ambiente della Basilicata), Aldo Schiassi e Raffaele Vita, nonché alcuni ex dirigenti della Regione e l’ex sindaco di Corleto Perticara Rosaria Vicino. Tra i 57 rinvii a giudizio, anche Eni comparirà quindi sul banco degli imputati. Dopo che il 31 marzo 2016 deflagrò l’inchiesta, che coinvolgeva circa 60 gli indagati, con 6 arresti domiciliari ed il sequestro del Centro Oli Eni di Viggiano (di nuovo chiuso ad Aprile 2017 dalla Giunta Regionale a causa di copiosi sversamenti di centinaia di tonnellate ed incredibilmente riaperto), nonostante le conclamate “inadempienze e ritardi”nello smaltimento di sostanze inquinanti e la pubblicazione dello studio pluriennale VIS (Valutazione di Impatto Sanitario), che per la prima volta, con le migliori metodiche interdisciplinari, dimostra l’alta probabile correlazione tra mortalità, malattie, ed attività di raffinazione, anche l’Eni dovrà comparire a giudizio. Ricordiamo che i filoni d’indagine sono tre: 1) illecito smaltimento e contraffazione dei relativi codici CER dei rifiuti prodotti nel centro oli Eni di Viggiano; 2) lavori, favori e subappalti per la realizzazione del centro oli Total “Tempa Rossa” di Corleto Perticara; 3) (filone trasferito mesi fa a Roma: dove per gli indagati è stata disposta l’archiviazione) progetto di stoccaggio nel porto di Augusta (Siracusa), del greggio estratto in Basilicata.
Da non dimenticare la portata politica nazionale del processo, che nell’iter della sua inchiesta vide dimissionaria l’ex ministra dello Sviluppo Economico Federica Guidi (dopo l’intercettazione di una telefonata in cui non soltanto garantiva all’imprenditore Gianluca Gemelli,suo compagno, il passaggio di un emendamento alla legge di Stabilità favorevole ai suoi interessi, il controllo di un pontile del porto di Augusta, ma affermava che anche “Maria Elena è d’accordo“, con riferimento alla ministra Boschi, in seguito ascoltata dai pm potentini in qualità di persona informata dei fatti). Come non evidenziare che a noi lucani, comunque vada il processo, restano inquinamento, miseria, malattie, emigrazione, mentre continuano a pendere numerose richieste di permesso e mentre il corso del famigerato “emendamento Tempa Rossa” si sta trasformando sotto i nostri occhi in un mostro giuridico/amministrativo, in grado di ricattare la politica, i princìpi dei poteri decisori decentrati, i sindacati, le amministrazioni locali, in una morsa fatta di centinaia di betoniere giornaliere e di intensificazione dei tumori a Taranto e nella valle del Sauro? Per difendere la nostra terra, la nostra salute, il futuro dei nostri figli; perché chi ha inquinato e continua a farlo deve essere inquisito e condannato per disastro ambientale!
Partecipiamo in tante/i al presidio No Triv ai cancelli del Tribunale di Potenza a partire dalle ore 9,30 !! Coordinamento No Triv Basilicata
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