Una splendida giornata di sole ha accompagnato il percorso che ci ha portati dalla stazione di Bussoleno fino al centro di Susa. La risposta all’infame attacco repressivo-mediatico del mese scorso, l’ultimo in ordine di tempo, non si è fatta attendere: almeno 70 mila persone sono giunte da ogni parte d’Italia ed Europa. IL movimento No Tav ieri ha dimostrato un’enorme crescita collettiva e una enorme maturità politica, divenendo ambito di lotta e pratica di solidarietà per tutti i proletari che combattono il capitalismo in ogni sua forma. Una rete di solidarietà che, con l’operazione del 26 gennaio, la questura di Torino ha provato a tagliare, colpendo compagni in tutta Italia e in tutta Europa. Tutto inutile.
Una lunga marcia di 8 km in mezzo ha attraversato valli innevate e paesaggi incantevoli. Quell’aria di resistenza tempra: la valle diventa la fabbrica in cui lottare per il proprio posto di lavoro, l’università in cui fermare il processo di aziendalizzazione, un territorio da difendere dalle logiche di speculazione e devastazione del capitalismo europeo.
Siamo scesi in piazza coi compagni con cui da tempo condividiamo un percorso sulla repressione. Uno spezzone in mezzo a tanti, una goccia in un mare di determinazione. La forza di un percorso che parte dal basso e si concretizza in una quotidianità fatta di assemblee, cortei e momenti di conflittualità. Ieri era importante dimostrare che la lotta in Val Susa non si ferma e non si fermerà: non serviranno i “teoremi” di Manganelli e Caselli, non basteranno le ruspe e le truppe inviate in valle a distruggere un territorio bellissimo e il futuro di migliaia di persone. Lo ribadiremo ogni giorno: lottiamo uniti contro questo sistema e contro il suo apparato repressivo. Ieri hanno pensato bene di creare momenti di tensione per distogliere l’attenzione dal successo organizzativo e politico della giornata. Due cariche hanno colpito i compagni e le compagne giunti a Torino in stazione dal centro di Susa.E’ Lo stesso dirigente delle mattanze del 2001 a Genova, Spartaco Mortola,a gestire questa ennesima operazione di repressione poliziesca. Raccontano i testimoni sul sito NoTav.info: “Mentre era appena iniziata la trattativa per stabilire il costo del biglietto collettivo,la Poliziaha caricato violentemente i No Tav fermi al binario20 inattesa del loro treno. Non contenti, a trattativa finita e a prezzo concordato, hanno effettuato un’altra carica a freddo, prendendo alle spalle i NoTav che erano stati appena fatti passare a seguito della trattativa. Sono stati lanciati lacrimogeni addirittura dentro i vagoni dei treni: una vera e propria azione punitiva!”.
Stamani le truppe che occupano una parte della Val susa hanno dato inizio alle operazioni di allargamento del cantiere in Val Clarea, sgomberando la baita e i militanti lì presenti. Luca che nel frattempo era salito su un traliccio in segno di resistenza, è stato fatto cadere da un “arrampicatore” sbirro infame.La caduta di 10 metri e l’alta tensione del traliccio hanno provocato ustioni su parti del corpo e lesioni multiple. Luca riesce a muovere le gambe e in questo momento non è ancora salito sull’ambulanza dopo più di 50minuti dalla caduta.
SBIRRI INFAMI NON FERMERETE MAI LA LOTTA NO TAV!!
Esprimiamo massima solidarietà ai compagni milanesi colpiti ieri; abbracciamo i nostri fratelli in carcere e agli arresti domiciliari.Resistiamo con Luca e con tutti i No tav.
Con la valle nel cuore…..a Sarà dura!
lucanotav ascolta la diretta che ha registrato prima di caderela diretta si chiude con Luca che dice vi saluto perchè sta salendo un rocciatore e mi sto attrezzando per difendermi #notav
12 thoughts on “Dalla Valle alla pianura un solo grido ” A sarà dura”. Luca non mollare!”