Contratto di Governo. Comitati ambientali nazionali e territoriali: questione trivelle, inquinamento dell’aria ed energia dove sono?

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Programma di Governo sia emendato sulle questioni trivelle e trasformazione dell’Italia in Hub del Gas per il Nord Europa.

Abbiamo letto con attenzione la bozza del cosiddetto “Contratto di Governo” nella versione più avanzata pubblicata dai mass media e nella parte relativa alla tutela dell’ambiente dobbiamo evidenziare che non vi è sostanzialmente traccia della questione energetica dal punto di vista delle principali infrastrutture, dai pozzi ai gasdotti e oleodotti, alle raffinerie passando per gli stoccaggi, e delle conseguenze sulla salute e sulle bollette degli italiani.

A parte generici riferimenti alla decarbonizzazione e alla transizione verso le rinnovabili, senza alcuna scadenza temporale e alcun dato quantitativo dichiarato, del tutto simili (anzi, con meno elementi di certezza) a quelli che si trovano nella Strategica Energetica Nazionale predisposta dal Governo Gentiloni, mancano completamente provvedimenti, anche solo nominati schematicamente, sulla questione energetica, gli impatti sulla salute dovuti alla combustione degli idrocarburi e sui procedimenti amministrativi di autorizzazione, a partire dalla “deforma” della Valutazione di Impatto Ambientale varata dal Governo uscente.

D’altro lato, lo stesso termine “energia” compare solo due volte, quando si parla di auto elettriche e di immobili, mentre non si menzionano affatto le infrastrutture energetiche e di assetto generale del comparto. Ad esempio, nonostante il M5S si sia schierato sui territori assieme ai comitati, ai sindaci e addirittura alle Regioni, manca qualsiasi riferimento alla realizzazione di gasdotti e stoccaggi per trasformare l’Italia in un Hub del Gas. Ci riferiamo al TAP, al gasdotto della Rete Adriatica che attraversa addirittura i tre crateri sismici, al potenziamento degli stoccaggi esistenti e alla realizzazione di nuovi impianti, da quelli della Lombardia a quelli delle regioni del versante adriatico e della Basilicata, alla rete nazionale dei gasdotti da potenziare a questo scopo e ai nuovi pozzi in terraferma e in mare.

Un progetto che non serve per soddisfare i consumi interni, che sono in forte calo dal 2005, anno di picco, ma che è funzionale all’approvvigionamento dei Paesi del Nord Europa, con la beffa che verrebbe realizzato gravando sulle bollette dei cittadini per il profitto delle aziende coinvolte. Quando si parla di tasse o di oboli diretti o indiretti per i cittadini vorremmo che sia valutato anche l’impatto di tali politiche sulle tasche dei cittadini, sui quali ricadono, invece, solo costi e rischi. A mero titolo di esempio, l’impatto sanitario per lo Stato del mondo degli idrocarburi solo ad Augusta e Gela è stato calcolato da una ricerca scientifica internazionale in 9,5 miliardi di euro.

Sorprende che nulla si dica sul grande progetto petrolifero Tempa Rossa, su Spectrum (il più impattante progetto di ricerca di idrocarburi in mare: ben 3 milioni di ettari!) e più in generale sulle “trivellazioni” nel nostro Paese, anche dopo gli scandali che hanno coinvolto a più riprese il Centro Oli di Viggiano in Basilicata. Eppure, almeno in relazione al Referendum No Triv del 2016 osteggiato dal PD, sia il M5S sia la Lega si erano mobilitate appoggiandolo; ciò avrebbe dovuto portare ad un indiscusso inserimento nel testo del “Contratto” delle questioni connesse, anche in ragione dell’intensificarsi delle attività di prospezione con la tecnica dell’air gun (dannosa, tra le altre cose, per la pesca) e, più in generale, dei numerosi progetti per lo sfruttamento degli idrocarburi nei mari italiani e in terraferma.

Anche l’aspetto delle conseguenze sanitarie dell’inquinamento da polveri e ossidi di azoto, per il quale proprio in questi giorni l’Italia viene deferita davanti alla Corte di Giustizia, derivante quasi sempre dalla combustione degli idrocarburi, è del tutto assente se non in un passaggio assolutamente generico dal quale non si evincono, tuttavia, i provvedimenti di contrasto che si vorrebbero adottare.

In conclusione, auspichiamo che questi temi, attraverso iniziative chiare volte alla tutela degli interessi dei cittadini e dell’ambiente, riescano a trovare spazio adeguato nel programma definitivo di Governo che verrà presentato al Presidente della Repubblica.

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