Cava de’ Tirreni, il diritto alla salute raccontato dall’evento “Sanità di prossimità: Case e Ospedali di Comunità”

“Sanità di prossimità: Case e Ospedali di Comunità” è la tavola rotonda che si è tenuta lunedì 23 settembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. L’evento è frutto di un’idea di Auser Cava, associazione di volontariato per l’invecchiamento attivo, e di Sodalis, Centro Servizi per il Volontariato di Salerno. Come sottolineato da Alfredo Senatore, direttore del CSV e rappresentante del gruppo organizzativo dell’evento, gli enti del terzo settore e di volontariato dovrebbero entrare a pieno titolo nel processo di costruzione del benessere collettivo per mezzo di case e ospedali di comunità, con un operato anche di controllo e mappatura; nel suo intervento, Senatore ha preliminarmente chiarito gli obiettivi della tavola rotonda: approfondire il ruolo cruciale di case e ospedali di comunità per la salute della cittadinanza cavese, ribadire l’esigenza di sviluppare un progetto formativo e comunicativo su tale argomento e, infine, coinvolgere soggetti variegati e diversi tra loro nel percorso di sviluppo dei contenuti concreti di case e ospedali di comunità. La tavola rotonda ha indagato il tema della salute a trecentosessanta gradi, ponendo una domanda fondamentale a tutti gli invitati: case e ospedali di comunità saranno uno strumento di integrazione dei servizi socio-sanitari o resteranno un contenitore vacuo?

A moderare l’evento, Luigi Memoli, direttore medico del presidio “Gaetano Fucito AOU”, che ha definito la Sala Consiliare “Luogo della democrazia”, ideale per il dialogo attorno a questioni come quella del diritto alla salute.

I lavori si sono aperti con l’intervento istituzionale del Sindaco Vincenzo Servalli, il quale ha evidenziato il singolare valore degli ospedali di comunità per la zona di Cava, in particolare tenendo conto delle necessità specifiche derivanti dalla situazione in cui versa il presidio locale, “S. Maria Incoronata dell’Olmo”. La rilevanza della medicina territoriale come strumento attraverso il quale garantire il diritto alla salute di cittadini e cittadine di Cava de’ Tirreni, e dell’Italia in generale, ha costituito il fulcro dell’intervento di Francesco Tavella, intervenuto in qualità di Segretario Regionale del Sindacato Pensionati Italiani (SPI-CGIL); Tavella ha presentato al pubblico alcuni dati relativi al definanziamento della sanità pubblica, con un crollo del rapporto tra spesa sanitaria e PIL previsto per i prossimi anni, e all’impatto del settore privato sull’area degli interventi sanitari. Sempre il Segretario SPI ha ragionato sui problemi di accesso all’assistenza sanitaria e alle cure mediche, provocati principalmente da cause di carattere economico e rientranti in quella che Tavella ha definito apertamente “Questione di classe”: la salute diventa privilegio. Case e ospedali di comunità dovrebbero funzionare come strumento per far fronte all’emergenza sanitaria nazionale, derivante dalla frattura del collegamento tra ospedali, medici di base e pazienti; a tal proposito, Tavella ha sostenuto che i pronto soccorso potrebbero essere largamente defaticati se si incentivasse l’uso delle strutture di sanità di prossimità per rispondere alle emergenze relative ai codici bianco e verde. Alcuni propositi emersi dall’intervento del Segretario sono stati la revisione della condizione economico-retributiva degli operatori socio-sanitari, la promozione dello sviluppo della medicina di genere e della medicina improntata all’analisi delle condizioni biologiche del singolo, con cure ad personam, l’incremento dell’uso della telemedicina e la rimozione del numero chiuso per i corsi di laurea che preparano alle professioni mediche e sanitarie.

Giuseppe Landi, medico di assistenza primaria presso il Distretto Sanitario 63 Cava de’ Tirreni – Costa d’Amalfi, ha trattato l’argomento del ruolo dei medici di base all’interno del percorso di case e ospedali di comunità.

La “questione di classe” è stata ripresa dal professore Porfidio Monda, dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, che l’ha analizzata legandola ai meccanismi di aziendalizzazione della sanità: la proposta di ampio respiro è la riconversione del sistema di welfare – il quale, secondo quanto affermato da Monda, “disegna le democrazie” – in un sistema che abbia a cuore la salute di tutti e tutte e che non tratti la salute stessa come una merce dalla quale trarre profitto. Siamo di fronte a un deficit socio-assistenziale che porta alla frantumazione del legame tra bisogni dei pazienti e risposte del sistema sanitario.

Il ciclo di interventi si è concluso con i contributi di Maria Anna Fiocco, referente per l’attuazione del PNRR presso l’ASL di Salerno, e di Francesco Picarone, consigliere e componente della V Commissione Sanità della Regione Campania. La prima ha indagato approfonditamente la missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, specificamente dedicata alla salute, e ha esposto al pubblico presente un’analisi degli attuali bisogni sanitari della popolazione; il secondo ha ribadito le condizioni della sanità in Campania e ha fatto riferimento a una serie di “esperimenti” in questo campo, come la casa del parto e lo psicologo di base, che sono stati attivati nella Regione.

Giorgia Bozzetto

Giorgia Bozzetto

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