Studenti e lavoratori contro l’Invalsi

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Ormai prende piede nell’istruzione pubblica il sistema “quiz” delle prove INVALSI.

Queste mirano ad abolire le diversità tra i singoli istituti, dai licei agli ITI.

Ovviamente ciò non accade. Non accade perchè questo sistema didattico si basa sulla pura meritocrazia ovvero quel criterio che fa sì che le scuole giudicate di serie A avranno accesso a degli ulteriori finanziamenti, mentre quelle valutate di serie B e C saranno escluse da questi finanziamenti e soggette a ulteriori tagli.

In un periodo come questo è evidente, però, che questi finanziamenti non arriveranno: l’unica cosa che arriverà sarà il declassamento della scuola di serie C di turno e soprattutto i tagli e i conseguenti accorpamenti.

I test inducono la creazione di database di studenti dalle elementari fino alle superiori, pilotando i ragazzi ad un futuro lavorativo prestabilito da chi ci comanda; questi schedari servono anche a controllare il profilo psicologico e le evoluzioni delle attitudini e del pensiero della persona e della sua famiglia. Una vera e proprio violazione della privacy e un continuo controllo dell’evoluzione sociale.

Non a caso infatti prima di questi test gli studenti sono costretti a rispondere a un questionario dove dovranno esplicitare la loro estrazione sociale.

Inoltre una delle ultime proposte è quella di inserire i test al posto della terza prova dell’esame di maturità e se sarà permesso loro di farlo, avranno tutta la libertà di poter selezionare a monte le iscrizioni alle facoltà universitarie a numero chiuso e quindi manovrare la scelta dello studente riguardo all’università cioè alla scelta del proprio futuro.

Le prove invalsi negano la possibilità di una valutazione che tenga conto delle diverse condizioni e intelligenze di ciascun alunno (per gli alunni diversamente abili o con disturbi di apprendimento -esclusi quelli dislessici- è previsto l’allontanamento dalla classe durante le prove).

Escludono dalla valutazione aspetti fondamentali della maturazione personale: le capacità espressive, quelle di analisi, sintesi e di elaborazione critica.

Non tengono conto del lavoro e della crescita che gli alunni svolgono in classe, anzi sottraggono tempo all’apprendimento e favoriscono l’aumento della competitività tra studenti, tra scuole e tra docenti.Inducono quindi i docenti a basare la propria attività e il loro metodo di insegnamento ( violando il diritto costituzionale che garantisce la libertà d’insegnamento) all’addestramento ai quiz.

Infine sempre di più andiamo incontro a una vera e propria aziendalizzazione della scuola, sempre di più la scuola prende le sembianze di un’azienda. Infatti questi quiz richiedono delle conoscenze molto superficiali di alcune materie in modo tale che lo studente ragioni meccanicamente senza riflettere sulle risposte (visto che il tempo per rispondere a una domanda è di un minuto e mezzo massimo!) proprio come in fabbrica. Non devi sapere quello che fai, devi solo saperlo fare senza pensare troppo.

Per questo gli studenti e i lavoratori hanno deciso di indire un’assemblea pubblica il 26/4 alle ore 16.30 all’università per discutere su questi metodi barbari che la scuola dovrà acquisire e per decidere insieme sul da farsi.

IL 26/4 ORE 16.30 AULA MATTEO RIPA DI PALAZZO GIUSSO UNIVERSITA’ ORIENTALE: SALVIAMO L’ISTRUZIONE PUBBLICA A COMINCIARE DA ADESSO!

FERMIAMO LE PROVE NELLE CLASSI SECONDE IL 16 MAGGIO. I PROFESSORI NON SONO OBBLIGATI A SOMMINISTRARLE.

RENDIAMOCI LIBERI DI SCEGLIERE IL NOSTRO FUTURO, BLOCCHIAMO L’ENTRATA IN VIGORE DELL’INVALSI COME TERZA PROVA ALL’ESAME DI STATO.

STUDENTI E LAVORATORI DELLA SCUOLA CONTRO L’INVALSI

crazyhorse

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