Stamattina dopo una partecipata assemblea, gli operai della Fiat di Pomigliano
D’Arco di Fiom, della Confederazione Cobas e lo Slai Cobas hanno bloccato il
quadrivio nei pressi della villa comunale a Pomigliano.
Le menzogne di Marchionne, svelate da alcune organizzazioni sindacali sin dal
suo insediamento e l’arroganza di cui è stato capace, con i reparti confino di Nola e
soprattutto con il famoso referendum che ha annullato i più elementari diritti degli
operai e le prerogative dei sindacati, confermata ancora una volta dal recente incontro
con il governo Monti, fanno scattare la giusta rabbia operaia.
Ancora una volta la Fiat, vuole usare il ricatto occupazionale per avere agevolazioni,
incentivi pubblici, mentre gran parte della produzione è stata delocalizzata in altri
paesi europei e non solo.
Intanto nello stabilimento di Pomigliano continua la cassa integrazione che coinvolge
circa 2000 operai.
Bisogna uscire dal ricatto padronale orchestrato con la totale complicità di sindacati
come la Cisl, Uilm, Fismic e Ugl.
Un segnale importante viene da Taranto, in cui sempre più operai si sono uniti ai
cittadini, per dire per dire No al ricatto “o lavori e muori o muori di stenti e miseria”.
Da Taranto a Pomigliano bisogna colpire i profitti dei vari Riva e Marchionne,
anziché entrare in competizione con altri operai di altri paesi per vedersi assegnati i
modelli da produrre accettando ulteriori compressioni di diritti e di salario.
Rilanciamo la lotta:
per la drastica riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario
per il diritto al reddito incondizionato ed universale!
Intanto al termine del blocco stradale gli operai delle tre organizzazioni sindacali,
Fiom, Confederazione Cobas e Slai cobas hanno deciso e programmato ulteriori
giornate di lotta:
Merc. 28 sett. manifestaz a Pomigliano con concentramento a p.zza Primavera
ore 9.30
Da lunedì ’8 ottobre presidio permanente con tenda all’ingresso principale dello
stabilimento Fiat
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