Tornerò…ogni 3 mesi sarò qui” aveva annunciato Renzi il 14 Agosto, mentre faceva la solita passerella istituzionale a Città della Scienza, annunciando la svolta per la bonifica di bagnoli. Per le strade del quartiere invece c’era chi sul territorio flegreo ha iniziato da tempo ad alzare la testa ed era lì per contestarlo.
In questi mesi sono state numerose le iniziative e le mobilitazioni contro il Decreto Sblocca-Italia (ora convertito in legge) che si sono sviluppate sul nostro territorio fino alla grande e determinata mobilitazione del 7 Novembre, dove migliaia di persone scese in piazza contro il commissariamento e la devastazione del territorio non permisero a Renzi di arrivare a Bagnoli, rinunciando prima alla visita istituzionale e poi alla nomina del commissario, che ad oggi non è ancora arrivata. In quella giornata gli apparati dello stato dei padroni tentarono subito di sbattere il mostro in prima pagina scaricando sul movimento le responsabilità delle tensioni, degli scontri e delle barricate pur di nascondere la rabbia sociale di chi da decenni paga le politiche di precarietà, sfruttamento e devastazione ambientale. Una lettura alternativa di quella giornata, fatta dai protagonisti di quel corteo la potete trovare qui: A Bagnoli Renzi semina vento…
Con la mobilitazione di oggi, in centinaia tra studenti, disoccupati e precari del territorio, si è data dimostrazione di come la situazione a Bagnoli non sia affatto pacificata. Il corteo ha sfilato per le strade del quartiere fino ad arrivare a Città della Scienza, dove abbiamo firmato il nostro accordo sulla riqualificazione, per dire che l’unico piano necessario per tutto il territorio flegreo deve prevedere: una bonifica reale dell’area ex-italsider e della costiera, l’introduzione al lavoro per i migliaia di disoccupati, far pagare a chi ha inquinato in quella zona e chi per anni ha favorito lo scempio a cui oggi assistiamo, rispettando le necessità e i bisogni della popolazione.
Oggi la Fondazione Idis non ha potuto nuovamente negare il diritto all’accesso ad uno spazio che di certo non è una risorsa pubblica per il quartiere anzi per anni è stata la storica roccaforte delle clientele e del voto di scambio attraverso cui PdS, poi DS, e ora PD con annessi alleati (in primo luogo l’attuale SEL) si sono assicurati per decenni il dominio nel territorio flegreo. Ieri le porte di Città della Scienza non si sono aperte in modo casuale ai manifestanti, c’è una storia più lunga che va letta. Una storia che passa inevitabilmente per la manifestazione del 7 Novembre che rivendicava anche la riapertura degli spazi ingiustamente sottratti alla popolazione. Da un lato ci sono quindi le richieste dei manifestanti dall’altro la necessità di ricostruirsi un immagine sul territorio in opposizione a quella attuale. Insomma non si potevano permettere un altro smacco come quello dei mesi scorsi.

A conclusione di questa giornata, non poteva mancare la provocazione da parte del PD. Il gruppetto sempre più misero di adepti flegrei del partito di Renzi, evidentemente venuti a conoscenza del successo della manifestazione e preoccupati di non poter in questa occasione rilasciare alcun comunicato di condanna delle “violenze degli estremisti” e di appello alle forze dell’ordine affinchè reprimano i movimenti, hanno ben pensato di presentarsi nei pressi della cumana di Bagnoli con tanto di bandiere e volantini proprio nel mentre il corteo era di ritorno da Città della Scienza. Alle ovvie e sacrosante contestazioni che sono partite dai partecipanti al corteo, tese ad evidenziare in maniera calma e garbata l’oggettiva complicità del PD di Bagnoli con Renzi e le sue politiche tese a devastare Bagnoli, gli esponenti della cellula locale del PD hanno risposto con una serie di insulti personali nei confronti dei nostri compagni, bollati più volte con gli appellativi di “drogati”, “fannulloni”, “fascisti”, ecc., salvo come al solito, ricevere il pronto e solerte intervento degli amici della polizia e della guardia di finanza, con i quali gli amici bagnolesi di Renzi hanno una tale confidenza al punto che stamattina li chiamavano per nome. Come abbiamo già chiarito innumerevoli volte, è il caso che questi signori si mettano definitivamente l’anima in pace: non è Iskra che ne chiede la cacciata dal quartiere, è molto più semplicemente il quartiere che non li vuole. Bagnoli è da sempre un quartiere antifascista, e al di la delle provocazioni dei chierichetti di Renzi, sa che la parola fascismo significa sfruttamento, oppressione e repressione del dissenso: esattamente ciò che caratterizza l’operato dell’attuale governo. Questa è l’evidenza dei fatti, e non basta aggrapparsi alll’aggettivo “democratico” per negare l’evidenza.
A Bagnoli c’era una volta il Pci, un partito pieno di limiti e contraddizioni ma un partito di massa, un partito che amava i compromessi col potere e la dc, ma anche un partito che i voti degli operai e del popolo se li conquistava uno a uno, setacciando i quartieri, battendo le piazze ogni giorno, entrando nelle case degli operai e provando ad interpretarne umori, desideri e aspirazioni. Arrivò poi il Pds, che del Pci ereditò solo gli aspetti negativi, fu poi la volta dei DS, che passarono alla storia per aver formato il primo governo guerrafondaio dopo il fascismo (D’Alema in Jugoslavia). Oggi c’è il Pd, che qualcuno nel nostro quartiere ancora si ostina a presentare come l’erede del Pci, ma che invece non e’ altro che la nuova Democrazia Cristiana, dimostrato anche dalla sua capacità di strizzare l’occhio in più occasioni ai partiti del centro-destra.
E’ ovvio, che mentre qualche giovane dalla memoria corta cerca di dare qualche volantino illudendosi di militare ancora nel partito i suoi capi banchettano in sontuosi alberghi con cene elettorali finanziate dai Caltagirone, dai Romeo, dai parassiti che ogni giorno ci succhiano il sangue, ci subissano di tasse, ci negano il diritto a un lavoro e a un salario.
Chi li vede per strada? Chi li conosce? Compaiono solo in prossimità delle scadenze elettorali, e sono comparse sempre più rare e a ranghi sempre più ridotti.
AI LORO DISEGNI CRIMINALI OPPONIAMO L’UNITA’ DEGLI STUDENTI, DISOCCUPATI, LAVORATORI E PRECARI!
L’ACCORDO A BAGNOLI LO FIRMIAMO NOI
Rigettare in toto i provvedimenti previsti dalla legge 164/2014. L’articolato del decreto ora legge è una raffica di misure per la svendita del patrimonio immobiliare pubblico, la deregolamentazione degli interventi edilizi, il rilancio indiscriminato delle grandi opere inutili, l’incentivazione degli strumenti finanziari a servizio della speculazione, la promozione degli impianti per l’incenerimento dei rifiuti, commissariamenti come Bagnoli, l’agevolazione delle trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, la proliferazione di gasdotti e gassificatori. Ci opponiamo politicamente e socialmente a questo decreto nella sua interezza essendo inserito organicamente nella logica politica che ispira tutte le controriforme del governo Renzi sul lavoro, la scuola, la casa, il governo del territorio, i servizi locali: dal Jobs act alla Buona scuola, dalla legge Lupi sull’urbanistica al Piano casa.
BONIFICA REALE E SOTTO CONTROLLO DEL TERRITORIO
A Bagnoli bisogna partire dalla bonifica reale come compito prioritario di qualsiasi nuovo soggetto incaricato che dovrà addebitare gli oneri agli inquinatori, piuttosto che discettare su revisioni speculative dei piani. Chi ha inquinato paghi. Ricaratterizzazione ed individuazione di un nuovo soggetto tramite un osservatorio permanente e partecipato sulla bonifica e di tutti gli strumenti che permettano il controllo diretto del territorio nel processo di bonifica di tutta l’area ex-industriale e del litorale (con rimozione della colmata e bonifica dei fondali) ed un tavolo permanente inter-istituzionale teso alla creazione di posti di lavoro (per garantire stabilità e salario) ed alla formazione di figure lavorative da integrare all’interno del processo di riqualificazione e rivalorizzazione del territorio.
RIPRISTINO DELLA LINEA DI COSTA
Rivedere quindi l’accordo per ricostruire Città della Scienza, lì dove era, non perché contrari alla funzione di Città della Scienza, ma perché la sua ricostruzione in loco archivierà qualsiasi possibilità di un reale ripristino della linea di costa e restituzione del litorale e della spiaggia alla fruizione pubblica, poiché questo è in netto contrasto: con il piano regolatore, fondamentale per i vincoli che pone sul totale ripristino del litorale, in secondo luogo con la stessa delibera popolare approvata dal Comune successivamente al referendum per la spiaggia pubblica, ed infine con l’ordinanza comunale, che intima alle società in loco di presentare i documenti di messa in sicurezza e avvenuta bonifica.
NESSUNA MODIFICA AI PIANI REGOLATORI IN DIREZIONE DI ULTERIORI CEMENTIFICAZIONI.
Bagnoli non si è bloccata a causa di questi piani (che non sono sicuramente il massimo) ma perché prima la BagnoliS.p.A. e poi la BagnoliFutura hanno trasformato la bonifica in una macchina clientelare dedita alla gestione di denaro e al passaggio di suolo pubblico in mano a privati (cosa che spesso accade con le società partecipate). Fermare le idee di revisione della Variante per la zona occidentale, dove al centro c’è un’idea di “progresso” basata sulla produzione di nuovo cemento e privatizzazioni.
TAVOLO CON IL TERRITORIO SU CASA, LAVORO, SERVIZI E SPAZI
Tavolo permanente sulle tematiche del lavoro, casa, ambiente, servizi, beni e spazi sociali entrando nel merito della loro gestione in tutta la zona flegrea. Rompere con il clientelismo e l’affarismo. Decidiamo noi sul nostro territorio.
APERTURA IMMEDIATA DELL’ EX-AREA NATO
Demilitarizzare subito quello spazio che difende ad ora gli interessi della Regione e potentati che criminalizzano e reprimono tutte le mobilitazioni e le richieste dal basso di ridare alla città quest’area.
Restitutire ad utilizzo sociale tutta l’area Nato ed i suoi spazi, in virtù della carenza nell’area di spazi ad uso sociale, abitativo, ricreativo, culturale e sportivo; riconvertendo le sue strutture in nuovi plessi scolastici per quelle scuole del territorio le cui strutture sono inadatte e pericolose per studenti e lavoratori, trasformando l’area ex-Nato in una cittadella dello studente.
All’interno dell’area (superfice verde di 20265 mq, di impianti sportivi speciali all’aperto di 15670 mq, impianti speciali all’aperto (eliporto) di 6000 mq, strade di 50000 mq, piazzali vari 62677 mq, fabbricati ed uffici di 56048 mq: una superfice totale di 210660 mq e disponibile internamente per 104343 mq) uno spazio della struttura ricordasse i profughi dei paesi che la Nato ha bombardato a cominciare dal Kossovo, l’Albania fino alla Libia.
L’utilizzo dei campi sportivi in base alle possibilità economiche delle famiglie del territorio con partecipazione delle società di sport popolare.
Individuare forme attraverso le quali si possa realizzare l’affidamento e la gestione degli impianti sportivi, piscine, spazi verdi, guardiania, manutenzione a cooperative di disoccupati del territorio flegreo
RITIRO IMMEDIATO DI TUTTI I PROCEDIMENTI, DENUNCE PENALI E MISURE CAUTELARI PER CHI LOTTA
Ribadiamo che chi “devasta e saccheggia” è lo Stato, il quale mentre attacca le comunità che si oppongono ai processi speculativi assolve chi inquina ed uccide come nel caso del processo Eternit. La generalizzazione delle lotte è la risposta politicamente più forte all’ondata repressiva che sta montando contro le esperienze di resistenza sui territori: dalla NoTav a Bagnoli, passando per le accuse ai NoTriv lucani, fino ai NoMuos.
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