La sensazione più brutta è quella di non riuscire ad agire. È in
corso un massacro, amici e compagni da Gaza ci raccontano il terrore.
E noi siamo qui, lontani, e facciamo fatica anche a comunicare con
loro.
La sensazione di essere inutili di fronte all’orrore. Le lacrime e
la preoccupazione. Ma non dev’essere solo disperazione, la tristezza
va trasformata in rabbia.
I sionisti bruciano i bambini, uccidono civili e colpiscono i palazzi
da dove trasmette la televisione. Distruggono intere palazzine, e
sostengono che si stanno difendendo da chissà quale minaccia. E i
nostri governanti, le televisioni e i giornali ripetono la stessa
bugia che Israele si sta difendendo, servili e asserviti.
La rabbia è un sentimento sano. La rabbia è come quando passi da non
sapere che fare al voler assolutamente fare qualche cosa. La rabbia è
quel che prova chi decide che ha smesso di starsene in silenzio in
casa sua e decide di uscire ad urlare. La rabbia è un sentimento che
spinge all’azione. Ecco, sentiamola nascere questa rabbia, rabbia
nata da amore, parafrasando una vecchia canzone. Rabbia verso la
violazione della dignità dell’essere umano in quanto tale. Amore
verso un popolo che resiste da più di 64 anni.
Eppoi, dopo averla sentita nella ossa, prendiamo insieme coscienza di
un altro fatto: non siamo i soli ad essere arrabbiati. Trasformiamo
assieme questa rabbia in una sensazione collettiva. In azione. Da Gaza
ci chiedono di agire, di scendere in piazza, di boicottare Israele. Ed
è bello sapere che siamo in tantissimi, che in moltissime città
italiane ci sono state manifestazioni in questo fine settimana, a
migliaia siamo scesi in piazza, abbiamo gridato il nostro no, siamo
passati all’azione. E il fatto che questo non sia servito a cambiare
l’atteggiamento dei sionisti, o il supporto dei nostri governanti a
Israele, non può che aumentare la nostra rabbia.
Il popolo palestinese resiste, resistiamo al loro fianco. Ovunque
possiamo, ovunque siamo. Con i mezzi che ciascun* di noi preferisce.
Contro il sionismo e il sistema che lo ha creato.
C’è una parola araba che significa ribellione, rivolta,
insurrezione:
Intifada!
p.s.: poiché come al solito i media main stream hanno altri interessi
che non sono la verità su quel che sta succedendo, per quanto
riguarda le informazioni di prima mano, ci sentiamo di ricordare
almeno i seguenti siti:
– Nena-news ha una cronaca live molto aggiornata:
http://nena-news.globalist.it/
(sotto il titolo: diretta: “Gaza sotto assedio”)
-Maan news ha la stessa cosa: http://www.maannews.net/eng/Default.aspx
– Vi informiamo che stiamo tenendo il più aggiornata possibile la
pagina facebook della rete, dove potete trovare notizie e riflessioni,
e vi invitiamo a leggerla e diffonderla:
https://www.facebook.com/ReteItalianaIsm?ref=ts&fref=ts
– Blog di Rosa: http://ilblogdioliva.blogspot.it/
– Il sito e i relativi report del PCHR:
http://www.pchrgaza.org/portal/en/
(questo articolo è pubblicato qui
http://italy.palsolidarity.org/2012/11/19/intifada/)
Rete italiana ISM
italy.palsolidarity.org
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