Questo è il problema
La ricordate l’immagine del papà e della figlia con le teste riverse nel Rio Grande? Due morti affogati in un abbraccio di speranza, mentre da El Salvador tentavano di raggiungere gli Stati Uniti in cerca della libertà. This Is Not America e sha la la la la.
America 2019. Era Trump. Il confine meridionale è il fronte della guerra etnica di una amministrazione sovranista e sanguinaria. Nei campi di prigionia si continua a morire. E ancora bambini strappati ai loro genitori e dispersi nel dedalo securitario di “dissuasione” agli immigrati. This is America e yeah, yeah, yeah, go, go away.
Nel 1990, durante la presidenza George H. W. Bush, la polizia di frontiera elabora una strategia: “Prevenzione attraverso la Deterrenza”. In pratica iniziava la costruzione di un muro, quello di Tijuana. Una barriera di sicurezza costruita dagli Stati Uniti lungo la frontiera al confine tra USA e Messico. Un muro della vergogna.
L’America, dopo la macchia indelebile prima della schiavitù e poi della segregazione razziale, apre un nuovo squarcio di odio nella sua invidiata democrazia. Questa non è l’America e sha la la la la oppure possiamo cantare Questa è l’America, non cadere in errore. Sono l’Anemica di Pat Metheny e David Bowie e quella più recente di Childish Gambino.
Sono solo passati 33 anni – dall’una all’altra – ma la musica è la stessa. Il Duca Bianco con il grande chitarrista del Missuri nell’85 firma un nuovo frammento del discorso critica-amore sull’America iniziato già nel ’75 e che proseguirà con “I’m Afraid Of Americans” del 1997.
Si intitola This Is Not America ed è una brano della colonna sonora del film “Il gioco del falco”. All’epoca Bowie sferrava il suo affondo alla cultura invasiva del capitalismo americano («Stavo visitando Giava quando fu costruito il primo McDonald’s: era come dire “che diavolo c’entra”. L’invasione di una cultura omologata è così deprimente, più della costruzione di un’altra Disney World, per esempio in Umbria. Strangola la cultura indigena e restringe l’espressione della vita»). Quella che, per intenderci, Trump ha sdoganato definitivamente alzando il cappuccio dei mandriani del Ku Klux Klan e invitandoli a viso scoperto a sedersi al desco della Casa Bianca.
There was a time
A wind that blew so young
For this could be the biggest sky
Nel 2018, mentre le nefandezze di Trump continuavano ad ammucchiarsi come cadaveri di una democrazia in frantumi, un ragazzo geniale nato nel 1983 spiega al mondo intero: This is America. Quasi a voler smascherare il b-side di quella This Is Not America che in fondo, se questa che sto cantando non è l’America allora significa che ce n’è una migliore. No, per Childish Gambino (alias musicale di Donald Glover), non c’è un’America migliore.
This is America
Don’t catch you slippin’ up
Amen. L’America è proprio così. Come quel tweed del facoltoso presidente biondo e dagli occhi azzurri in perfetta cromia ariana, che invitava un gruppo di deputate democratiche (Alexandria Ocasio-Cortez, a Rashida Tlaib, Ayanna Pessley e Ilhan Omar), il cui unico problema era di non essere bianche, a «tornare a casa», nei loro Paesi disagiati. Gambino canta contro la società statunitense e le sue contraddizioni interne, con una descrizione cruda anche della realtà afroamericana. Nel video si passa da il caso Trayvon Martin al massacro di Charleston, dai riferimenti alla schiavitù in catene ad allusioni al movimento Black Lives Matter ma oltre la cronaca o la scena politica c’è anche qualche riferimento storico. Come quella posa che il musicista di Los Angeles assume, in apertura del video, mentre spara a sangue freddo: identica a quella tipica di Jim Crow, che con le sue leggi “regolamentò” la segregazione razziale dividendo l’America in bianchi e neri e fottendosene di quella “perfect harmony” tra le due razze. Una “perfetta armonia” che molti anni dopo Paul McCartney e Stevie Wonder canteranno in “Ebony & Ivory”, una canzoncina tanto easy ma capace di farsi comprendere.
E siamo al punto: This Is Not America o This is America. Il “sogno americano” è minacciato. Tutte le democrazie sono sotto assedio. Certo “questa è l’America”, e deve essere cambiata, perché signori, io ne sono convinto, “Questa non è l’America” e sha la la la la.
Carlo Pecoraro
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