Riportiamo report assemblea Stop the war a Roma. Ricordando inoltre la data del 1 giugno come giornata nazionale contro la guerra.
La discussione ha cercato di individuare i motivi di difficoltà nella mobilitazione contro la guerra in Libia che si vanno registrando sia nelle iniziative del movimento No War che in quello più tradizionalmente pacifista.
La copertura ideologica offerta da Napolitano alla guerra umanitaria e la scarsa percezione nella società che il paese sia effettivamente dentro una guerra, sono una parte significativa del problema. Ma non si può sottovalutare neanche come una parte del movimento che storicamente si è battuto contro la guerra, non ne condivida i mezzi (i bombardamenti, l’intervento militare Nato etc.) ma ne condivida gli obiettivi (l’eliminazione di Gheddafi). Infine questa guerra, non è la solita “guerra americana” ma è una guerra coloniale che vede come protagoniste le potenze europee, a cominciare dalla Francia, ma con Gran Bretagna e Italia ormai pienamente coinvolte a tutti i livelli.
Dentro questa contraddizione si è ritenuto di dover agire comunque intorno soprattutto a tre questioni di fondo:
1) Le piene responsabilità dell’Italia dentro il fronte dei paesi belligeranti e aggressori. Non ci si può sottrarre dalla denuncia del “proprio” imperialismo, soprattutto per una Italia che torna a bombardare la Libia un secolo dopo l’invasione coloniale
2) La denuncia delle connessioni e delle conseguenze tra la guerra e le condizioni di vita dei lavoratori e degli studenti in una fase in cui la crisi sta già erodendo diritti, salari, prospettive e che vede gli impegni militari sottrarre risorse preziose.
3) La “protezione dei civili” come litanìa di copertura alla guerra, deve essere decostruita e smantellata. I bombardamenti sulle città libiche, l’abbandono dei migranti in mezzo al mare, le misure emergenziali e razziste contro gli immigrati che fuggono e arrivano in Italia, demoliscono ogni copertura umanitaria alla guerra.
a) Si è deciso pertanto di non retrocedere sul piano della denuncia e dell’iniziativa e di tenere ovunque sia possibile il livello della mobilitazione possibile. In tal senso è stato deciso di convocare per mercoledì 1 giugno (vigilia della Festa ormai militarista e militarizzata del 2 giugno) una giornata di mobilitazione nazionale in tutte le città dove sia possibile con iniziative pubbliche e/o di piazza contro la guerra. A tale scopo sarà approntato un volantino unitario per la giornata di mobilitazione del 1 giugno da utilizzare comunemente in tutte le città
b) In secondo luogo si sta verificando la possibilità di portare l’iniziativa contro la guerra al suo livello dovuto, cioè europeo, con una manifestazione a Bruxelles, sede dell’Unione Europea e Comando Centrale della Nato. Su questo sono in corso verifiche e contatti con altre realtà europee per convergere su una data comune della mobilitazione.
c) Tra gli appuntamenti intermedi a livello locale, alcuni interventi hanno segnalato quello di sabato 21 al Cie di Santa Maria Capua Vetere per denunciare la “guerra contro i migranti” e quello alla scuola Sant’Anna di Pisa per il 23 maggio dove si terrà un convegno di tutte le istituzioni politiche, culturali e militari guerrafondaie.
d) Si è deciso altresì di integrare al massimo gli strumenti a disposizione come il sito www.stopwar.altervista.org e la mailing list utilizzata per preparare la manifestazione nazionale di Napoli.
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Assemblea contro la Guerra
http://stopwar.altervista.org
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