In Italia la caccia costituisce ancora una causa, grave e consistente di distruzione della natura, di saccheggio della biodiversità e di massacro per milioni di animali selvatici.
La morte imposta con la caccia è dolorosissima, e costa la vita di almeno cento milioni di animali ogni anno. Ma le vittime della caccia sono molte di più perché altri animali rimangono solo feriti e muoiono, dopo alcuni giorni di agonia e tra atroci sofferenze, lontano dal fucile che li ha impallinati.
Dal punto di vista ambientale, poi, non si deve dimenticare un “effetto collaterale” della caccia: l’inquinamento dei terreni con 15/20 mila tonnellate di piombo ogni anno. I pallini delle cartucce infatti, sono composti di velenosissimo piombo e quando cadono nel fondo di laghi, paludi o fiumi, ne provocano una grave contaminazione.
La caccia costituisce anche un serio pericolo per l’incolumità delle persone: non solo per gli stessi cacciatori ma anche per agricoltori, cercatori di funghi, escursionisti e frequentatori degli spazi naturali. Nella stagione venatoria 2001/2002, infatti, in Italia si sono registrati almeno 43 morti in incidenti di caccia, 66 feriti gravi e 5 invalidi permanenti.
Secondo la legge italiana sulla caccia, ogni anno la stagione venatoria dura almeno 5mesi e vede condannate ben 48 specie tra mammiferi e soprattutto uccelli. Quello che accade fra i campi e i boschi delle nostre regioni è drammatico: in Italia vengono liberamente vendute trappole e tagliole, benché vietate dalle legge; ampie zone sono disseminate di micidiali “archetti”; vengono usati abitualmente reti e lacci; richiami elettromagnetici, radio ricetrasmittenti, fucili laser e cellulari sono i nuovi mezzi di caccia; il commercio illegale di uccelli canori vivi non si arresta, mentre continuano le importazioni di animali dall’estero.
LA CACCIA NON E’ UNO SPORT
E’ SOLO SOFFERENZA, MORTE
E UN DANNO PER TE E PER L’AMBIENTE IN CUI VIVI
17 settembre 2011 riapre la stagione della caccia
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