La decisione della questura di Cagliari di emanare diversi fogli di via a carico di numerose persone in vista
della manifestazione del 3 novembre presso il poligono militare di Teulada è di una gravità inaudita.
Il provvedimento impedisce a diversi attivisti contro la guerra di potersi recare per almeno tre anni nei
comuni di Teulada e Sant’Anna Arresi cercando di ostacolare la riuscita della mobilitazione contro le
esercitazioni NO TRIDENT 2015 della NATO in cui sono fortemente coinvolti i poligoni e le basi disseminate
nella martoriata terra sarda. Una esercitazione che coinvolge oltre 36000 militari e diversi paesi del
mediterraneo e che è fortemente contestata dai movimenti antimilitaristi. Contro questa esercitazione ci
sono già state diverse manifestazioni ed iniziative di lotta in Sicilia ed in Campania, ma anche in Spagna e
Portogallo, che sono gli altri due paesi maggiormente coinvolti.
Al provvedimento si è aggiunta, nelle ultime ore, la dichiarazione del Questore che a mezzo stampa ha fatto
sapere che la manifestazione non è autorizzata, nonostante la questura sia stata regolarmente informata e
al momento non abbia ancora ufficialmente comunicato le prescrizioni o la proibizione del corteo.
I fogli di via e l’intenzione di negare il diritto a manifestare rappresentano il classico esempio di che cosa
voglia dire militarizzazione dei territori, quali sono gli effetti sul terreno della agibilità politica e della
possibilità di lottare organizzati per difendersi, dalla crescente tendenza verso la guerra che da sempre il
movimento antimilitarista denuncia.
In nome di una presunta sicurezza nazionale, ovvero della possibilità di addestrare i loro eserciti per le loro
strategie espansioniste, non solo si sottraggono agli abitanti i propri territori e li si devasta attraverso
l’insediamento di basi militari, ma se si intende protestare contro questo sopruso e contro l’utilizzo di
queste basi ai fini di aggressioni militari portate verso altri popoli, si viene colpiti in modo preventivo e
duraturo dalla repressione statale, prima ancora di aver formalmente commesso reato.
Siamo nei fatti allo stato di polizia, che non a caso riesuma delle leggi del codice fascista, peraltro mai
soppresse, visto che servono a difendere gli stessi identici interessi, anche se continua ad ammantarsi
dietro le insegne della democrazia.
Come si vede la guerra ed il militarismo, anche quando apparentemente sembra non toccarci da vicino,
producono i loro micidiali effetti sul piano della crescita dell’autoritarismo e della repressione.
Non è un caso che provvedimenti simili siano già stati recentemente utilizzati contro membri del
sindacalismo di base nel settore della logistica per impedire che le sacrosante rivendicazioni dei lavoratori
potessero farsi valere con i metodi dell’organizzazione e della lotta.
Come attivisti antimilitaristi impegnati nei rispettivi territori a contrastare non solo queste esercitazioni, ma
il crescente militarismo e la tendenza verso la guerra, di cui la NATO rappresenta un dispositivo centrale, ci
sentiamo direttamente colpiti da questi provvedimenti autoritari. Non solo esprimiamo la più calorosa
solidarietà agli attivisti colpiti, ma riteniamo che la denuncia e la rivendicazione della loro soppressione
debbano far parte integrante del nostro percorso di lotta contro la guerra.
L’arroganza dei poteri dello Stato diventa più agevole anche perché il movimento contro la guerra è ancora
debole e poco radicato. Per questo dobbiamo unitariamente fare tutti gli sforzi per lavorare alla sua
estensione e al suo rafforzamento. Dall’assemblea tenutasi a Napoli il giorno 25 ottobre da parte delle
realtà che hanno aderito alla manifestazione nazionale contro le esercitazioni, è emerso un invito in questo
senso rivolto a tutte le realtà organizzate e ai singoli impegnati su questo terreno, per rilanciare il
movimento contro la guerra.
Ci auguriamo che le prossime tornate di mobilitazioni contro il militarismo possano essere il frutto anche di
un impegno coordinato che permetta a tutti noi di dare maggiore efficacia alla nostra opposizione alla
tendenza verso la guerra, che rappresenta solo l’altra faccia del dominio di classe fondato sul profitto.
RETE NO TRIDENT
17 thoughts on “SOLIDARIETÀ AGLI ATTIVISTI SARDI CONTRO LA GUERRA COLPITI DALLA REPRESSIONE STATALE”