La discarica Sari, che stando al nuovo piano regionale dei rifiuti doveva serrare definitivamente i cancelli nel mese di Marzo, è
divenuta oramai un vero e proprio affaire. Dopo la notizia giunta dalla Sapna – che “ordina” ai 14 comuni dei 18 della zona rossa
di non sversare più i loro veleni nella discarica, consentendo ai restanti quattro (Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase)
di avvelenarci ancora – la reazione dei sindaci non è tardata ad arrivare (una vera e propria finta di corpo arrivata, per giunta, in
piena campagna elettorale!). Il ricorso al Tar Campania per sospendere gli sversamenti, promosso surrettiziamente dal sindaco
di Terzigno a discarica satura – lo stesso che aveva autorizzato l’apertura della “fabbrica di confetti” in pieno parco nazionale
-, è stato respinto. Quindi il ‘buco’ rimane attivo e funzionante, lasciando a bocca asciutta i quattro moschettieri (Auricchio,
Borrelli, Cirillo, Langella) che già si crogiolavano in attesa dei soldi che la regione dovrà stanziare per una non ben specificata
bonifica. Sì, perché il ‘piano’ è quello di creare, dopo la messa in sicurezza della discarica (e qui casca l’asino della bonifica!!!),
un consorzio tra i quattro comuni del comprensorio per gestire un impianto di captazione ed utilizzazione del biogas, “nonché
la sua completa trasformazione in energia elettrica”, che andrebbe – citiamo testualmente Langella – a “soddisfare i bisogni
energetici del territorio”. Lo pseudo-sindaco rincara la dose, asserendo che sarebbe disposto a gestire il post-mortem della
discarica con la supervisione della parte “buona” della protesta, ovvero Mamme Vulcaniche e Rete dei Comitati, mentre la
parte violenta va criminalizzata ed emarginata. Tutto questo è a nostro avviso paradossale, come paradossale è che abbiano
ancora diritto alla parola questi criminali che per anni hanno speculato sulla vita degli abitanti. L’intento è chiaro: mirare a
stroncare e spaccare quella parte del movimento anti-discarica che, ancora tenacemente, tenta di opporsi a questa politica
dell’avvelenamento generalizzato. Esemplificativo è il fatto che i sindaci di Boscoreale e Terzigno diano sostegno all’azione
repressiva costituendosi parte civile nel processo (riguardante i fatti del 2010 e che si terrà il 26 aprile) a carico di 20 cittadini
accusati di aver difeso con i denti quello che resta di una terra martoriata (da monte a valle) e distrutta da anni di malgoverno e
cattiva gestione della res publica. Sono i sindaci a dover essere processati, poiché causa prima dell’attuale disastro ambientale
e della mancata tutela della salute della popolazione. Questo tentativo di chiusura della discarica che arriva solo ora, dopo che
la protesta è stata arginata con manganelli, lacrimogeni, arresti e intimidazioni, ci appare l’ennesimo atto propagandistico teso
a riempire una campagna elettorale già pienamente in atto. Non esistono manifestanti buoni e manifestanti cattivi. Esiste un
solo movimento fatto di donne e uomini che, dal basso, hanno lottato e ancora oggi tentano di autorganizzarsi in autonomia
per difendere la propria salute, la propria terra ed i propri figli. Altro discorso è quello dei papponi (partiti politici di destra, di
centro e di sinistra, sindaci, comitati d’affari) che tentano di drenare denaro pubblico a tutti i costi, camminando anche sui
morti (aumento delle patologie tumorali, delle malformazioni congenite, ecc.). Ed allora, cari papponi, dovete sapere che, fin
quando avremo fiato, continueremo a sputare contro le vostre nefandezze e denunciare, a viva voce, ogni vostro atto criminale.
I TERRITORI SONO DI CHI LI VIVE! PROCESSIAMO I SINDACI!
CHIUSURA IMMEDIATA E BONIFICA CAVA SARI
Per difendere i beni comuni, l’ambiente, il lavoro, i servizi, l’esistenza, alle prossime elezioni
asteniamoci dal votare e diamo forza alle lotte autorganizzate dal basso
Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana
Collettivo Area Vesuviana
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