DA BAGNOLI ALLA VAL SUSA, SUI NOSTRI TERRITORI NON SERVONO COMMISSARI E CEMENTO MA LAVORO, AMBIENTE E DEMOCRAZIA!
ORGANIZZIAMO LA MOBILITAZIONE NAZIONALE
CONTRO IL DECRETO 133 “SBROCCA ITALIA’’
martedì 7 ottobre 2014, ore 17
Terzopiano Autogestito / Facoltà di Architettura, Palazzo Gravina, via Monteoliveto
Assemblea cittadina,
Il decreto legge 133/2014, cosiddetto “Sblocca Italia”, è un attacco violento alla democrazia ed al patrimonio urbanistico ed ambientale del nostro paese. Il governo Renzi avvia lo smantellamento delle norme per la tutela del territorio che, nel solco della peggiore destra neoliberista, sono considerate un ostacolo agli interessi del partito del cemento, dai costruttori alla finanza speculativa. L’articolato del decreto è una raffica di misure per svendere il patrimonio immobiliare pubblico, deregolamentare gli interventi edilizi, rilanciare le ‘grandi opere’, incentivare gli strumenti finanziari a servizio della speculazione immobiliare, promuovere gli impianti per l’incenerimento dei rifiuti, agevolare le trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, far proliferare gasdotti e gassificatori.
In questo museo degli orrori spicca l’articolo 33, che instaura procedure straordinarie per interventi di rigenerazione urbana ed ambientale, pensato per l’ex area industriale di Bagnoli ma poi esteso all’intero territorio nazionale. Viene imposto alla città un commissario governativo che potrà derogare leggi ambientali e piani urbanistici, in spregio alla Costituzione. E’ il meccanismo fallimentare usato per l’emergenza rifiuti, che ha bruciato in 13 anni oltre un miliardo di euro e disseminato la Campania di discariche illegali. Come in quel caso, la retorica del “basta chiacchiere” non serve a recuperare efficienza ma per liberarsi di ogni scomodo controllo democratico. Con la scusa di superare il ‘fondamentalismo ambientalista’ si vuole in realtà spazzar via i comitati di base, che in questi anni hanno puntualmente denunciato le inefficienze della bonifica ed arginato le ricorrenti manovre speculative, per affermare quegli interessi affaristici che hanno sempre sabotato il piano urbanistico. Dietro il governo Renzi ci sono le banche e Fintecna, la finanziaria statale proprietaria dei suoli ex IRI, che pretende di lucrarci senza pagare la bonifica. Ci sono i costruttori, Caltagirone-Cementir in testa, intenzionati a rovesciare tonnellate di cemento sull’ultimo litorale libero della città ed impadronirsi della riserva naturale di Nisida. C’è l’Idis-Città della Scienza, una greppia clientelare foraggiata da denaro pubblico, determinata a espandere i suoi tentacoli su spiaggia e parco. Proprio l’accordo per la sua ricostruzione, firmato ad agosto dalla giunta De Magistris (che ora piagnucola per essere stata messa nell’angolo) ha aperto le porte di Bagnoli agli squali della finanza e del mattone. A contorno dei pesci grossi, la minutaglia locale di giornalisti asserviti, piccoli affaristi e clientele del Pd, col ruolo di corrompere ed ingannare la popolazione. A questi interessi il governo Renzi vuol sacrificare il parco verde e la spiaggia balneabile, insieme alla prospettiva di uno sviluppo reale che restituisca a Bagnoli lavoro e vivibilità. Al suo posto, e senza stanziare un soldo per la bonifica, “Sblocca Italia” ripropone la vecchia economia del mattone in crisi.
“Sblocca Italia” non produce lavoro e sviluppo ma precarietà sociale ed ambientale, devastando i territori e la democrazia. E’ un attacco a tutte le realtà di base del paese che si battono per il diritto alla città, l’ambiente, la salute ed il lavoro. Occorre reagire con forza per bloccare il decreto, prendere parola e mobilitarsi in tutte le sedi disponibili, locali, nazionali ed europee: nelle piazze, sugli organi di informazione, nelle sedi giudiziarie, nelle assemblee elettive. Bagnoli è l’esempio lampante degli intenti speculativi sottesi allo “Sblocca Italia”, il paradigma per una mobilitazione nazionale che ne colpisca l’impianto: una serie di azioni che culminino in una grande manifestazione nazionale da tenersi a Bagnoli il 7 novembre, in occasione della annunciata visita di Renzi.
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