Rifiuti in Provincia di Napoli: verso una nuova emergenza?

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Ho letto il resoconto integrale della seduta di audizione della Commissione Consiliare Speciale per il controllo delle bonifiche ambientali e i siti di smaltimento rifiuti ed ecomafie, riutilizzo dei beni confiscati, tenutasi il 4 maggio 2012 su” Problematiche afferenti il territorio di Quarto–località Il Castagnaro”  alla quale hanno partecipato i consiglieri regionali Amato (presidente), Amente (vicepresidente), Corrado (segretario),  Vardè (commissario straordinario per l’individuazione delle discariche), Mastrolitto (commissario straordinario comune Pozzuoli), Di Falco (presidente consiglio comune Quarto), Salatiello (vicesindaco comune di Quarto), Sabino, De Vivo, Secone, Tiseo, Perugini, Martusciello (consiglieri comune di Quarto).
L’impressione che ne ho tratto rinforza una previsione obbligata che discende dalla responsabile inefficacia del governo regionale nell’affrontare le reali cause, tuttora esistenti, delle periodiche crisi circa lo smaltimento dei rifiuti urbani: siamo prossimi ad una nuova emergenza! Niente di nuovo, quindi! L’attuale amministrazione regionale segue le orme della precedente! Nel senso che da stato emergenziale cronico, senza impianti in grado di smaltire i rifiuti per i prossimi 3-4 anni, stiamo per transitare da una fase senza la spazzatura dispersa lungo le strade ad una prossima situazione in cui i rifiuti saranno accumulati lungo le vie.
Altra impressione, scontata: la responsabilità sarebbe dei cittadini.
Altra conseguenza forzata: solo costruendo gli impianti previsti dalla legge n° 1/2011 e dal nuovo Piano Rifiuti regionale si potrà “normalizzare” il ciclo dei rifiuti. Fra tre o quattro anni, se tutto va bene!
La discarica di Chiaiano è ferma in seguito agli accertamenti eseguiti nell’ambito dell’Incidente Probatorio nel quadro delle indagini avviate dalla Procura di Napoli. La discarica di Terzigno è ormai in via di chiusura; pochi mesi ancora e cesserà di funzionare. Si potrebbero usare ancora per alcuni mesi le discariche di Tufino e Chiaiano per accumulare rifiuti o suoi derivati per la ricomposizione della copertura? In situazione di emergenza potrebbe essere forzata una simile soluzione. E poi? Rimangono le discariche in altre province (Caserta, Benevento e Avellino) o si deve predisporre una o piu’ discariche in Provincia di Napoli, a tutti i costi. Situazioni già vissute negli anni passati: assurdamente ripetitive che testimoniano l’incapacità di amministrare una regione nel rispetto dello statuto regionale, a vantaggio di tutti i cittadini e della tutela delle risorse primarie e della salute. Incapacità amministrativa palesemente bipartisan, funzionale a spendere disinvoltamente il denaro pubblico con vantaggi sempre bipartisan (i settori avvantaggiati non sono solo quelli delle coalizioni partitiche ma delle lobby nazionali e locali che controllano di fatto il territorio, che finora hanno tranquillamente lucrato parassitariamente sullo scandalo-emergenza-rifiuti). Ma chi sono queste lobby: basta andare a controllare chi si è aggiudicato gli appalti milionari, chi a valle ha realizzato i lavori e i trasporti, dove sono ubicate le varie opere e che tipo di controllo “militare-civile” sia strettamente esercitato su quei territori. Naturalmente non bisogna dimenticare chi opera  con varie funzioni pubbliche nella sfera di questi gruppi che si distinguono per diversi tipi di scoppiettii: botti da champagne e botti che dopo lasciano puzza di polvere da sparo.
Altre considerazioni riguardano lo strano fenomeno che ha caratterizzato questi anni di decreti legge e di leggi emanate con grande urgenza, perché sempre si doveva salvare la patria. Considerazioni che devono fare ricorso a scenari fantastici, frutto di allucinazioni della mente! I primi interventi legislativi d’urgenza iniziano nel maggio 2007 e sono stati rilanciati alla grande nel maggio 2008 con la prescrizione di discariche e inceneritori. Strano che dopo quattro anni non sia stato realizzato nessuno degli inceneritori milionari. Perché? L’urgenza di costruirli era sbandierata dai mass media che diffondevano le immagini delle aree urbane sommerse dai rifiuti…e poi…l’urgenza svaniva misteriosamente. Si tratta di lavori ultramilionari da realizzare con denaro pubblico e di impianti che grazie al CIP6 frutteranno guadagni ultramilionari per almeno 20 anni. Sono lavori molto ambiti perché i guadagni sono consistenti e i rischi pari a zero…se si sta al gioco. Le difficoltà possono essere ricercate solo nelle estenuanti trattative, tra “chi può”, per spartire la torta! Tanto a “chi può” non importa niente della tutela delle risorse locali e della salute dei cittadini! Quello che conta è fare soldi facili senza rischi d’impresa. Le trattative sono lunghe e vanno spesso ritrattate in relazione alla dinamica socio-politica-scoppiettante? E chi se ne importa! Può darsi che finalmente gli accordi siano stati raggiunti: un inceneritore a me, uno a te e così via.
Abbandonati gli scenari fantastici ritorniamo all’incontro presso la Commissione Consiliare Speciale.
Ancora una volta emerge una insana situazione: gli amministratori eletti e pagati abdicano al loro ruolo incaricando un Prefetto di realizzare ad ogni costo alcuni interventi a notevole impatto ambientale e socio-economico che prevedono necessariamente di agire contro alcune leggi, come dichiarato dal Dr. Vardè. Chi non sa governare per tutti i cittadini nel rispetto dello statuto regionale tradisce il mandato avuto dai cittadini.Allora, che si sciolga questo Consiglio Regionale nel quale scarseggiano i veri difensori di tutti i cittadini e delle risorse ambientali di importanza strategica! Tanto è da anni che “chi può” governa di fatto! E i risultati devastanti si vedono!
Franco Ortolani
Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II,                                                    15 maggio 2012

crazyhorse

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