SABATO 22 GIUGNO
P I C C H E T T I ore 4.30 INGRESSO 1 FIAT POMIGLIANO
APUNTAMENTO ORE 4.15 PRESSO SPAZIO OKKUPATO VILLA COMUNALE POMIGLIANO PER PARTIRE INSIEME
Se li fermiamo a pomigliano possiamo fermarli dappertutto
LA REPRESSIONE E LA REPPRESAGLIA ORCHESTRATA DA FIAT/POLIZIA CON CARICHE ED AGGRESSIONI NON FERMERA’ LA LOTTA UNITARIA TRA OPERAI,CASSINTEGRATI,STUDENTI, DISOCCUPATI,CENTRI SOCIALI.
PER QUESTO FAC CIAMO APPELLO A TUTTE LE REALTà DI LOTTA A SOSTENERE LE LOTTE A POMIGLIANO ED A RENDERSI PROMOTORI PER PORTARE QUANTI PIU’ COMPAGNI ALL’INGRESSO 1 PER DARE UNA FORTE RISPOSTA DI LOTTA CONTRO QUALSIASI REPRESSIONE FIAT/POLIZIA/SINDACATI
Comitato di Lotta Cassintegrati e licenziati Fiat Pomigliano
Dopo la mobilitazione e le cariche di Sabato scorso, domani Sabato 22 ore 4.30 a Pomigliano nuovi picchetti contro arroganza FIAT.
Il comitato cassintegrati/licenziati ha lanciato nuovamente il picchetto, ma questa volta con caschi e scudi di cartone e fa appello a tutti i lavoratori ai precari agli studenti, alle realtà di base contro l’arroganza FIAT che sabato scorso ha convocato centinaia di poliziotti e carabinieri a difesa dell’accordo truffa e contro ogni forma di sciopero.
Anche gli operai della FIOM danno appuntamento nazionale a Pomigliano insieme a quelli dello Slai Cobas
a seguire articolo di Pino Neri (il Mattino) sulla conferenza stampa tenutasi Mercoledì nel nuovo spazio occupato a Pomigliano dai cassintegrati/licenziati in vista della mobilitazione di domani
Fiat, guerra e pace in vista del sabato lavorativo
Landini parla di “una manifestazione, una notte bianca, per illustrare le ragioni del no agli straordinari”. Ma il Comitato di lotta cassintegrati e licenziati avverte: “picchetti con elmetti e scudi di cartone davanti ai cancelli”.
In base alla conferenza stampa tenuta ieri, a Roma, da Maurizio Landini, la Fiom si presenterà all’alba del contestatissimo prossimo sabato lavorativo “a spiegare, davanti allo stabilimento di Pomigliano, a tutti gli operai, quelli in attività e quelli in cassa integrazione, i motivi del no ai recuperi produttivi così come sono stati concepiti dalla Fiat e la necessità del contratto di solidarietà per eliminare la cassa a zero ore e tutelare la piena occupazione”. Dunque, la Fiom illustrerà. Questo almeno è ciò che di ufficiale emerge dal faccia a faccia di ieri tra i giornalisti e il leader del più grande sindacato metalmeccanico italiano, tenuto fuori dalle fabbriche Fiat da un Marchionne sempre più saldo sulle sue posizioni.
Quindi, a partire già da domani sera e fino all’alba successiva, manifestazione nazionale dei metalmeccanici Cgil nella seconda notte bianca che si svolgerà nei pressi dei cancelli della fabbrica della Panda. Dal canto loro, però, i Cobas del Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati, protagonisti degli scontri con le forze dell’ordine avvenuti in occasione del primo sabato di recupero, il 15 giugno scorso, promettono di nuovo battaglia. “Saremo davanti ai cancelli della fabbrica con gli elmetti per difenderci dai manganelli e con gli scudi di cartone perché siamo pacifici ”, ha avvertito Mimmo Mignano durante la conferenza stampa nel centro comunale occupato di Pomigliano. Conferenza a cui ha partecipato Vincenzo Migliucci, fondatore della Confederazione Cobas.
Intanto risulta fondata la notizia diramata l’altro giorno dal sindacato Slai Cobas di Pomigliano, di Vittorio Granillo e Mara Malavenda, circa il tentato suicidio di un operaio della Fiat, un ex esperto della Fim, A.A., di Caivano, ricoverato lunedì nell’ospedale di Castelvolturno. L’uomo si era tagliato le vene. Non è stato però verificato il motivo del gesto. Stamane lo Slai Cobas presenterà nella sua sede il programma di lotta in vista dello sciopero di sabato. “Le fandonie di Marchionne – dichiara Mara Malavenda, coordinatrice nazionale Slai – hanno superato il limite rosso, stanno trasformando la farsa dei piani industriali in tragedia sociale e stanno facendo collassare l’economia italiana alla stessa stregua della Grecia. Sono decenni che la Fiat usa finanziamenti pubblici per smantellare per cui chiediamo un’assemblea operaia a Montecitorio e una commissione d’inchiesta”.
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