At Tuwani, piccolo villaggio di ulivi e pastori, 350 abitanti nelle colline a sud di Hebron. In cima alla collina di fronte c’è un “outpost” illegale di coloni israeliani. Teoricamente fuorilegge anche per Israele ma invece protetto a tutti gli effetti dai soldati israeliani. Le incursioni dei coloni non si limitano ad essere contro gli ulivi, gli animali del villaggio ma spesso contro i bambini che arrivano nella piccola scuola di At Tuwani dai villaggi vicini. Per questo da anni i ragazzi e le ragazze di Operazione Colomba accompagnano i bambini per proteggerli dalle aggressioni.
Noi veniamo accolti dagli abitanti di At Tuwani in una manifestazione per chiedere la libertà dei prigionieri palestinesi e che si concluderà piantando alcuni ulivi. Sulla collina appaiono i soldati israeliani con un’ambulanza. La “nonna” del villaggio si alza immediatamente e sale la collina verso di loro. Lei, alta la metà dei soldati, li sfida a viso aperto chiedendo cosa vogliono, perchè sono sulla sua terra.
Per una volta, forse perchè ci sono 50 osservatori stranieri, i soldati si limitano a guardare senza intervenire.
Andiamo poi su una collina vicina con i giovani di “Sumud” (Resistenza) che da mesi si sono accampati su una collina vicina dentro una grotta per evitare che i coloni la occupino circondando il villaggio. Hanno montato anche una tenda da due giorni che probabilmente sarà sequestrata dai soldati come già fatto in precedenza. I palestinesi per montare una tenda, costruire un pollaio, un pozzo, mettere dei pannelli solari devono chiedere il permesso alle autorità israeliane che, regolarmente, non lo concedono. Non parliamo poi se devono costruire o ampliare una casa. Tutto ciò che viene costruito “abusivamente” viene abbattuto a spese di chi lo ha costruito. Questo non si applica ovviamente ai coloni, neppure a quelli abusivi che sanno che poi saranno “legalizzati”
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