Questa mattina una cinquantina di attivisti antirazzisti, sia autoctoni che immigrati, ha occupato per circa quattro ore la sede regionale della Croce Rossa in via Medina a Napoli per contestare la sua partecipazione al governo dei CIE (centri di immigrazione ed espulsione).
Oggi infatti è una giornata nazionale di contestazione ai Cie e solidarietà con i migranti e i rifugiati che nelle “galere etniche” di tutta italia, dalla rivolta di Bari alle “bocche cucite” di Ponte Galeria, in questi giorni si stanno di nuovo ribellando alla propria segregazione dopo le immagini terribili del cpa di Lampedusa, con i profughi messi in fila, nudi, al gelo…
La Croce Rossa italiana gestisce diversi CIE in italia, come quelli di Milano e Torino, è candidata a gestire di nuovo il cpa di Lampedusa e il nuovo eventuale Cie in Campania a cui ci opporremo in ogni modo.
Queste galere etniche sono diventate un simbolo mondiale del razzismo istituzionale, tengono segregate persone colpevoli soltanto di… esistere, di cercare una vita migliore, asilo politico o protezione internazionale. I Cie vanno chiusi, non sono “umanizzabili”, sono un aberrazione del diritto, della giustizia e dell’umanità, un occasione di speculazione politica per i partiti xenofobi e di speculazione economica per chi mangia sulla macchina della deportazione degli esseri umani.
Durante l’occupazione una trentina di persone sono rimaste a presidiare gli uffici da cui sono stati esposti striscioni e altrettanti hanno improvvisato speackeraggio e un presidio in strada per volantinare (vedi volantino allegato) e comunicare con la gente.
Momenti di tensione soprattutto all’inizio e all’arrivo della polizia. Negli uffici erano presenti la responsabile regionale della Croce Rossa e il responsabile dell’intervento della Croce Rosssa nel cie di Santa Maria Capua Vetere (Ce), un centro chiuso dopo mesi di proteste antirazziste e rivolte dei migranti e in cui si sono susseguiti conitnui casi di violazione del diritto e della dignità umana. Lo stesso ha dichiarato ai presenti che mai più, dopo quello che ha visto, entrerebbe in un Cie, ma di essere indisponibile a dichiararlo ai media perchè “tengo una famiglia da mantenere”…
Il volantino distribuito sollecitava infatti anche una presa di posizione dei dipendenti della croce rossa contro la militarizzazione dell’ente e il suo coinvolgimento nel governo dei Cie, perchè la “medicina cura e non imprigiona!”.
Solidarietà abbiamo ricevuto da parte dei dipendenti che non appartengono al personale medico, preoccupati anche delle prossima privatizzazione della Croce Rossa che mette a rischio molti posti di lavoro.
La mobilitazione deve continuare:
CHIUDERE SUBITO I CIE – ABOLIRE LA BOSSI FINI – LIBERI TUTTI E TUTTE!
Antirazzisti di Napoli
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