I fatti raccontati sulla stampa locale nel giorno di Pasqua (31-03-2013) ci inducono alla riflessione e ci
distolgono, in parte, dal clima sereno di questi giorni: la Guardia di Finanza di Sala Consilina ha sequestrato
un macello abusivo di agnelli ad Atena Lucana. La notizia ci fa un po’ rattristare perché, nelle festività
pasquali ci si appresta con fiducia e gioia alle tavole imbandite per consumare un pasto tradizionale. E,
seppure la tradizione non preveda un pranzo vegetariano, si dovrebbe almeno sperare di poter consumare
un pasto sicuro sia in famiglia, sia – per i meno fortunati – nelle mense che le meritorie associazioni di
volontariato mettono a disposizione dei più bisognosi.
Circa la questione del macello clandestino è stato anche registrato l’intervento del Servizio Veterinario della
ASL Salerno: bisognava infatti decidere sulla destinazione della carne degli agnelli sequestrati, macellati
clandestinamenti , rinvenuti dalla Guardia di Finanza. E proprio a questo punto è accaduto un fatto sul
quale la nostra associazione richiede una semplice delucidazione: le carni di agnello sono state affidate alla
Caritas locale, per distribuirle alle persone bisognose, come avviene, correttamente da tutti punti di vista,
con i prodotti ittici sequestrati dopo la pesca. Le prescrizioni sono tuttavia diverse per le carni macellate
clandestinamente, ossia senza la presenza di un medico veterinario che accerti, con una visita clinica prima
della macellazione, che l’animale vivo sia sano e non malato. In questo caso, infatti, le norme sanitarie
prevedono che le carni siano distrutte o, al massimo, destinate all’alimentazione di animali carnivori come,
ad esempio, i cani custoditi nei canili.
Apprezziamo, in questo periodo di profonda crisi economica, le nobili intenzioni degli operatori del Servizio
Veterinario. Tuttavia, vorremmo far presente che le norme sanitarie tendono a tutelare la salute dei cittadini,
siano essi benestanti, siano essi poveri (e oggi la fascia del bisogno, purtroppo, si sta allargando). Pertanto,
noi abbiamo fiducia nel fatto che si sia potuto garantire che quelle carni non sono provenienti da animali
sconosciuti e mai visitati (in vita) da medici veterinari. Abbiamo anche fiducia nel fatto che il Servizio
Sanitario abbia potuto appurare che in quelle carni non ci sono residui di farmaci o di sostanze cancerogene,
come la diossina, presente – ad esempio – negli ovini allevati in alcune zone del Napoletano e del Casertano.
Noi crediamo, in sintesi, che elementi certi di conoscenza circa le povere bestie macellate siano in possesso
degli operatori del Servizio Veterinario relativamente al periodo in cui gli stessi ovini erano in vita.
Ribadendo, quindi, la nostra piena fiducia nella correttezza del nobile gesto, molto opportuno in un periodo
di profonda crisi economica, quando la solidarietà deve essere un vessillo non solo per le associazioni di
volontariato, ma anche per tutti gli operatori pubblici e privati, vorremmo solo essere tranquillizzati, sulla
base degli elementi conoscitivi (certamente in possesso del Servizio Veterinario) – ma che non sono stati,
comprensibilmente, messi in risalto dalla stampa – che la decisione presa è perfettamente in linea non solo
con l’indiscussa nobiltà d’animo, ma anche con le vigenti norme sanitarie.
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