Negli ultimi anni sono diversi gli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo che dichiarano di sentirsi privati della loro libertà d’espressione a causa di censure attuate da enti, organizzazioni o terzi ai danni delle loro opere od enunciati.
Non solo chi lavora nel mondo dello spettacolo di facciata come attori, cantanti e registi, ma anche chi utilizza questi media per fornire informazioni o aggiornare quotidianamente gli spettatori: Ricercatori, Giornalisti, conduttori; Questa come ogni forma di limitazione possiede quella che viene chiamata in gergo “Borderline” ovvero linea di confine (termine solitamente utilizzato per indicare un qualcosa di instabile).
Perchè il fenomeno politico diventa sociale? come tocca direttamente ed indirettamente la popolazione? Sappiamo per certo che la cultura cinematografica cresce e muta di pari passo con la società e l’attualità che la circonda, nei primi anni dello scorso secolo avvenne un fortissimo moto di censura ai danni delle produzioni cinematografiche estere, nel pratico all’interno dei cinematografi delle sale Italiane non sarebbe dovuta più essere inserita alcuna pellicola estera, tranne specifiche, in specifici giorni.
A detta di molti però questo evento non ebbe solo un forte impatto negativo verso le sale che incominciarono a guadagnare molto meno, ed in generale verso un vero e proprio contrabbando di pellicole che incominciò ad esserci da quel momento, viene sostenuto anche da studiosi nel settore, che la censura abbia contribuito fortemente all’evoluzione del cinema Italiano sotto ogni aspetto, poichè permise agli appassionati di lavorare, migliorarsi e migliorare l’industria sul suolo Italiano, Ma il “problema” per i registi passava di base sempre da quella che noi ad oggi chiameremmo come “censura interna”.
La pellicola veniva esaminata da una commissione interna per poi essere accettata o meno, solo a quel punto, in caso di esito positivo, si sarebbe potuto procedere con la pubblicazione e trasmissione nelle sale.
Ritornando al presente, è ovvio e scontato che qualsiasi media abbia sicuramente curatori o “addetti all’osservazione del contenuto” per far si che, nel caso, un terzo individuo estraneo all’ente, il quale debba utilizzare la loro fonte per comunicare agli ascoltatori/lettori/spettatori abbia in repertorio un testo/canzone/messaggio coerente con l’idea del media, del decoro e del rispetto altrui.
Differente invece è quando si viene censurati riportando dati di fatto o messaggi di pace, o quando vengono utilizzate fonti importanti per far passare messaggi di propaganda piuttosto che trasmettere informazioni sulle decine e decine di problematiche globali che portano alla morte quotidiana di essere viventi a distanza di poche centinaia di km dall’Italia.
La censura del testo dell’artista che si assume totalmente la responsabilità delle proprie parole, o la giornalista che vede annullato di punto in bianco l’intervento e la presenza del proprio ospite, sono alcuni degli esempi che stanno facendo scalpore tra gli addetti ai lavori e non solo.
E’ doveroso ricordare che i media influenzano le masse, e che quindi sia sempre opportuno trasmettere messaggi limpidi e chiari, accessibili a chiunque ai fini di poter continuare ad usufruirne senza filtri o manipolazioni, le nostre fonti sono un’eccellenza che diamo per scontata ma che dovremmo saper guardare con un occhio differente.