Zero81 non si tocca

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Il 17 gennaio 2011, dopo un autunno di lotte dentro e fuori l’Università culminato con la sfiducia dal basso al governo Berlusconi nella Piazza del Popolo del  14 dicembre, l’ex mensa dell’Università Orientale nel cuore di Largo Banchi Nuovi, chiusa e abbandonata da 7 anni, viene liberata e trasformata in una zona di esperienze ribelli: Zero81!

A distanza di un anno e mezzo l’Università affida silenziosamente ad una ditta di Sant’Antimo dei lavori nei nostri spazi, come se li dentro non ci fosse niente e nessuno, come se quegli spazi fossero rimasti nel vuoto in cui le istituzioni accademiche li hanno lasciati per anni..Ignorando completamente il portato di un’esperienza laboratoriale che in un anno e mezzo ha sperimentato con successo un’idea altra di università.

L’occupazione ha rappresentato dal primo momento una liberazione di quegli spazi chiusi da anni e anni, ne ha significato una rifunzionalizzazione socialmente efficiente e una ridefinizione di senso nelle macerie dell’università italiana e napoletana.

Zero81 è un luogo liberato che vive e pulsa della forza dei tanti corpi che lo attraversano per le funzioni più svariate, un luogo di incontro e di arricchimento, uno spaccato dell’università che si apre e si contamina con il territorio che la circonda, che restituisce al territorio quello che per anni l’università le ha sottratto detenendo proprietà chiuse e abbandonate; un luogo che rompe i confini tra territorio ed università connettendone saperi, esperienze, esigenze.

Lo Zero81 è stato ed è tuttora tutto questo e tanto altro: aula studio, doposcuola per i bambini del quartiere, laboratorio artistico e culturale (ospita e produce proiezioni, discussioni e seminari di autoformazione, spettacoli teatrali, concerti musicali) spazio espositivo, spazio ricreativo e di socialità, spazio assembleare, sede di sportelli di assistenza legale e fiscale, sala prove per gruppi musicali, bar e mensa.

Ma soprattutto lo Zero81 è uno spazio di liberazione e di autoproduzione per tanti a cui la crisi ha sottratto prospettive di esistenza, felicità ed emancipazione. Non solo per chi ha iniziato questa esperienza, ma anche per tanti altri, dal Comitato centro storico diritti salute e ambiente al Comitato Mamme per la città, passando per centinaia tra singoli, gruppi e collettivi, che nell’ex mensa dell’Orientale hanno suonato, studiato, ricercato, ecc.ecc.ecc.

La cecità e la colpevolezza dell’università Orientale in questi anni è sotto gli occhi di tutti: ha assecondato i processi di demolizione dell’università, ha provato a contrattare spazi di sopravvivenza presso la Crui sacrificando tanto della complessità di cui è storicamente stata ricettore, portatrice e catalizzatore; non ha mai riconosciuto veramente il ruolo degli studenti e dei movimenti che si facevano istituzione.

Quella di oggi è un’altra brutale dimostrazione di questa linea di condotta politica e culturale: l’affidamento di lavori di rifunzionalizzazione dello Zero81 giunge oggi come ingiunzione di sfratto! Gli organi accademici, sordi e rinchiusi solo nel desiderio della propria sopravvivenza, hanno da sempre rifiutato il dialogo, ignorando e non riconoscendo il portato sociale, culturale e politico di un’esperienza quantomeno di respiro cittadino.

Non ci stiamo.

Se proprio lo volete sapere saremmo ben contenti di vedere soldi pubblici intervenire a sostegno di un disegno di rifunzionalizzazione che da un anno e mezzo si alimenta solo della passione e dell’intelligenza collettiva.

Non smetteremo di cercare il confronto anche con chi ce lo nega ma non accettiamo ingiunzioni di sfratto da nessuno, nè formali nè sostanziali!

Difenderemo questi spazi, la loro ricchezza e loro autonomia, perchè oggi sono la nostra alternativa possibile!

crazyhorse

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